Viaggio inutile n°3
Ho intrapreso un viaggio bendata, con l’accompagnamento di Martina, di 6 ore. Eccone i risultati:
Martina mi fa sentire la presenza dei gradini con il suono. Lo semplifica con il suono.
Senza parole ci si sente più. Se parli non senti.
Altri sensi si sentono più liberi di muoversi.
Vaporetto grande. Con suoni Vibranti.
Non c’è meta.
Non voglio dare forma a ciò che mi circonda. Astrazioni. Linee e forme.
Cerco di ricongiugere.
La forma originale puzzle di vita caracee.
Fresco oggetto sulle dita che crea forme e segni.
La salvia ha il suono basso e irregolare dentro grammofono.
Vi siete mai chiesti se gli oggetti hanno un suono?
Fiori con foglie enormi
Isola senza essere umani. Esseri. Un essere fischietta mentre costruisce la sua barca. Arrugginita.
Altalena in mezza alla cose per esseri, ma magari non ci sono neanche le case.
Con il tatto dà forma alle cose. Molto più che con la vista è la prova ultima della Materia.
L’istante non è aspro forse ne ho un retrogusto. Istante Dolce, Buono, Gentile.
Una registrazione del canto sull’isola.
Un albero nonna che cucina la minestra. Poi ogni parte di corteccia si trasforma in grilli che con un salto scappano via e l’albero svanisce.
Magari tutto ciò che vediamo che crediamo reale in un secondo. Cavalletta particella.
Il signor Graziano ci mostra galline e oche. Lì ha raccontato che a 5 anni nuotava in un canale e sapeva prendersi uno degli animali. A 12 anni era in fabbrica. Mangia solo la sua uova.
Il racconto di Pictor. Il paradiso della trasformazione. L’ho disegnato Bendata. Potrei Trovarmi nel paradiso della trasformazione.
Illustrare? Bendati?