Gioco D’Ombre
Ho intrapreso un viaggio bendata di 6 ore, accompagnata da Marta Zigante e cari amici, ecco cosa è successo:
I primi minuti sono stati difficili. Cominciare ad abituarsi alla fiducia, al buio. Subito dopo però l’ansia è stata superata dalla calma di non avere il controllo. La pace di non vedere cosa accade attorno a me. La pace di non dover preoccuparmi di ciò.
Sembra che le macchine siano animali, come se mi stessero alitando addosso, e i rumori sono ruggiti, sento il loro calore.
Conto i rami di un’albero. Rami verso il cielo. Sembra un albero triste.Cerca la perfezione in ogni ramo. Rami si separano e si ricongiungono come strade. Paura delle altezza, senza la vista non mi preoccupo. Sono su un albero e non so quanta distanza c’è da terra. Non mi importa. Prima di saltare dall’albero, la razionalità mi ricordava il pericolo. Poi ho pensato, ormai son qui. Se avessi visto non l’avrei fatto.
La musica risulta molto piu alta del normale. Non riesco a concentrami su nientaltro che la musica. Mille piatti con mille suoni. Le linee del suono mi attraversano. Un campo con questo suono di batteria che risuona.
Camminata facile, veloce, naturale.
Una persona di fianco a me. Mi sento scrutata. Sento il suo corpo che si muove impercettibilmente. Come se un ombra mi desse la mano. Mano buona. Buio Buono. Oblio Buono. Sublime diventa amico.
In una giostra. Sembra di essere in un sogno, sotto terra. La mia voce vicina e lontana. I suoni si allontanano e si avvicinano.
Gli schemi mentali mi imprigionano. E’ difficile scollegare la realtà che conosco con gli occhi da quella che sento con gli altri sensi. Un’Albero potrebbe essere anche un Drago per quanto ne so.
Nel buio ho incontrato dei portoghesi. Ho sentito tanta nostalgia e affetto.
Danzo con le ombre, un tango.
Cerco le ombre
Ombre buone, ironiche, silenziose ma premurose. Mani senza volto.
Ombre che ridono lo sento solo dallo spasmo che hanno, silenziose.
Alberi umidi e freddi, che cercano di toccare il cielo, con mille braccia, sono salita. Senza sapere quanto una cosa è alta non mi preoccupo. Forti braccia di vita
Suoni forti e invadenti. Come linee mi attraversano o mi sfiorano. Voci, macchine, musica, conversazioni, passi, fruscii. La musica la vedo come linee curve. Le macchine linee rette, pungenti.
Le macchine sembrano animali con il fiato sul collo e il grugnito di rabbia.
Albero drago, spigoloso e rigido. Drago buono si é fatto accarezzare. Il muso simpatico. Sensazione tattile soddisfacente.
Senza vista tutte le maschere visive svaniscono, non vedi e credi di non essere visto perché non vedi la reazione e l’espressione dell’altro.
Ho parlato con dei portoghesi perché li ho sentiti e mi sono sentita a mio agio. Lingua di casa. É stato come parlare con qualcuno di conosciuto. Avevano voci conosciute.
Ho sbattuto la gamba. Dolore e rimbombo. Forse più forte del normale. Non riesco bene a capire. A casa mi sono accorta che ho sanguinato.
Camminare semplice, bello, rilassante, mi fido di Marta e non ci sono stati problemi. Scalini a volte faticosi a scendere, ma si va piano e tutto va bene.
Con le ombre mi sono accorta di quanto le parole siano forvianti, di quanto cerchiamo di esprimerci e di impersonare un personaggio con la voce. Senza voce si sentono solo i gesti e la vitalità, buona sempre.
Quando le ombre alla fine hanno parlato é stato triste, dare una forma a quello che prima era gassoso. É stato come perdere un amico con braccia infinite, sorriso dolce e ironia.
Suoni di ombre, confusionali, mi sono sentita in un concerto di voci in continuo movimento. Salti di suono e movimento. Linee che si incontrano e si scontrano.
Le mani delle ombre che mi toccano e si sommano, sembrano infinite arrivano una ad una e poi ad una ad una scompaiono.
Sulla giostra, vento freddo, suono lontano e vicino, mia voce si modifica.
Non sono riuscita se non verso metà a smaterializzare il luogo in cui mi trovavo. Cercavo razionalità anche senza volerlo, cercavo di dare un nome, una definizione a ciò che toccavo, sentivo e annusavo. Forviante, mi sono sentita prigioniera dei miei schemi mentali che non mi hanno fatto vivere al meglio l’esperienza sensibile.
Panchine perse nel nulla, con solo la concezione delle foglie in torno, ma come se in torno fosse buio e nulla.
Le ombre sono oblio, oblio buono. Il sublime diventa amico e accompagnatore.
Viali stretti e di vetro, labirinto delicato. Luminoso e caldo. Persone che mi sfiorano o mi scontrano.
Ombre che fanno suoni lontani e vicini, a volte gigante a volte lontano. A volte sparisce. Silenzioso.
Ho camminato con un ombra. Non era Marta. Me ne sono accorta quando la voce di Marta era lontana.
Mangiare bendata, locale caldo, bicchieri piccoli, mattonelle colorate e cibo saporito. Fin troppo. Sensazione strana.
Non ho perso il controllo, ho perso la cognizione del tempo e del luogo ma non il controllo. Mi sono fidata ma non ho spento il cervello
Probabilmente ho sbagliato molte volte ma senza cedere i danni non mi ha dato peso, ero in una stato mentale di calma e leggerezza.
La vista mi causa ansia, osservo e cerco di capire e mantenere tutto sotto il mio controllo e comprensione. Se non vedo sono più tranquilla. Lascio perdere queste insensatezze. Sento tutti buoni e dolci. Sento solo il positivo e il sicuro.
Animali rumorosi, fanno suoni scimmieschi.
L’acqua ha un suono sordo e fangoso, pesante. Cade
Grotta oscura chiusa da un cancello, magia di oscurità con lento cadere d’acqua. Curiosità e volontà di entrare
Se non vedi non pensi di essere visto. Non sei piu il tuo personaggio, la tua maschera, perche non vedi le loro maschere. Tutti gli schemi di difesa cadono. Indifeso. Ascolti di piu e da come una persona si esprime e si muove capisci la modalità che ha. Che è meno forvianti.
Vedere è stancante.
Ombra mi ruba le foto di mano. Come se non volesse che lo riconoscessi. Si vedono tra di loro le ombre?
Link registrazioni: https://drive.google.com/drive/folders/1o1zSSxulKofwIhynIuOxQ6w3Ekj9_owW?usp=sharing
Suoni Cittadini
“Suoni forti e invadenti. Come linee mi attraversano o mi sfiorano. Voci, macchine, musica, conversazioni, passi, fruscii. La musica la vedo come linee curve. Le macchine linee rette, pungenti”.
Registrazione suoni: https://www.tumblr.com/motolesechloe/740074040322113536/suoni-cittadini-torino-012024?source=share
Mani D’Ombra
“Le mani delle ombre che mi toccano e si sommano, sembrano infinite arrivano una ad una e poi ad una ad una scompaiono”.
Stop-Motion 1: https://www.tumblr.com/motolesechloe/740074686404280320/mani-dombra-12024?source=share
Stop-Motion 2: https://www.tumblr.com/motolesechloe/740175181196279808/mani-dombra-012024?source=share
Prigione Mentale
“Gli schemi mentali mi imprigionano. E’ difficile scollegare la realtà che conosco con gli occhi da quella che sento con gli altri sensi. Un’Albero potrebbe essere anche un Drago per quanto ne so.”